Monday, January 31, 2011

Dammi una sirenetta, Copenhagen

Durante l'estate del 2007 feci un altro viaggio solitario in due tappe. La prima tappa fu Copenhagen, e siccome non ci sono retroscena particolari, vi metto qui il primo post e poi sotto il "read more" i successivi.


sabato, 30 giugno 2007
Eccomi qua! sono le dieci di sera e inizia a fare leggermente buio adesso. Incredibile questo posto, alle nove di sera non si riusciva a camminare senza gli occhiali da sole. Una luce bellissima avvolge tutta la citta´. In compenso pero´ fa un freddo che neanche a Londra in ottobre. La temperatura si attesta intorno ai sedici gradi, e per fortuna che ho guardato il meteo prima di chiudere una valigia composta da sole magliette. L´arrivo all`aereoporto di Copenhagen e´ meraviglioso, sembra di atterrare in mezzo al mare, appena dopo il ponte che collega la danimarca e la svezia, circondati dai pesci, dalle navi e dai mulini a vento. L´ostello e` enorme, il piu` grande d`europa, aggiungerei quasi il piu` pulito. Sono in stanza con una scozzese e tre ragazze americane poco piu´ che ventenni, che hanno deciso di farsi il tour dell`europa in undici settimane. Undici capito? Oltreoceano! Da noi a vent`anni i piu´ intraprendenti arrivano fino a Barcellona per una settimana, se va bene. Questione di mentalita´. Appena arrivata, sono uscita per cena. Pigra e affamata, ho scelto un panino al burger king solo perche´ aveva la terrazza che si affacciava sulla piazza. Poi, a pancia piena, ho proseguito la passeggiata lungo lo Storget, il corso principale, affollatissimo di gente. Arrivata al porto canale di Nihavn, ho fatto qualche foto e sono tornata indietro. Qui la popolazione sembra divertirsi, sono tutti allegri. La guida dice che nel week end vengono un sacco di svedesi a ubriacarsi, perche` da loro è vietato vendere alcolici ai giovani. Non c´e´ molto traffico per le strade, ogni tanto passava qualche camioncino pieno di ragazzi festanti e canterecci, da quello che ho capito oggi c`e´ stata una gara importante di thriatlon, e i vincitori festeggiavano. A prima vista, questo posto mi piace molto, anche se e` incredibilmente caro. Venti minuti di internet quattro euro. Li possino. E mi tocca anche litigare con gli accenti!




domenica, 01 luglio 2007
Sinceramente mica l`ho capito se alla fine ha fatto buio davvero. Mi sono svegliata verso le sei con una luce incredibile che entrava dalla finestra, e ho imitato le compagne di stanza che dormivano tutte con una bandana sugli occhi. Alle nove sono andata in stazione. Ho comprato un biglietto per Humlebaek, un posto a 40 minuti di treno, dove c`e` uno dei musei d`arte moderna piu` grandi d´europa: il Louisiana. Mi e´bastato il viaggetto in treno, per farmi decidere che se mai emigrero´ davvero, la Danimarca e´ il paese che fa per me. Estati fresche, inverni miti, e non e´ grigia come Londra ad esempio. Oltre alla luminosita´ ci sono dei prati verdi immensi, appena fuori Copenhagen le casette sono tutte  singole, piene di finestrelle bianche, e hanno tutte il giardino grande. A Humlebæk c`e´ un meraviglioso mare azzurro. Il museo, architettonicamente e´ il piu bello che io abbia mai visto. Quanto a opere, a parte un Mao di Warhol, un paio di Picasso, e una scultura di Miro´, non l´ho trovato un gran che. Ma parliamo della struttura. Il 10% della sua superficie contiene quadri ed e´ al chiuso. Per il resto e´ un grande parco situato su una collinetta davanti al mare, ricoperto di erba verdissima, e passeggiando ti vedi un sacco di sculture a cielo aperto. Essendo andata di mattina, non c´era ancora molta gente, e c´era un silenzio surreale, solo il rumore del vento tra i faggi. L´acqua del mare era cristallina e luccicante per il riflesso del sole. In acqua c´erano un sacco di barche a vela. A fine visita sono uscita sulla spiaggia di sassolini per toccare l´acqua, incurante di un cartello che diceva che una volta usciti da li´ non si poteva rientrare nel museo. Ho proseguito fino alla strada, in lontananza c´era un campeggio e di fronte un ristorantello per famiglie campeggiatrici. Mi fermo li´ per il pranzo, intorno e´ pieno di bambini biondi scorrazzanti. Era piu´ facile in giappone, comunque. Loro sono consapevoli di parlare un´idioma incomprensibile e nei menu´ ci mettono le figure. In tutto questo menu´ l´unica parola che ho capito e´ stata roastbeef e fortuna che mi piace. Il cameriere parlava un´inglese stentato con una pronuncia inaffrontabile, mica come a Copenhagen che ne sanno a pacchi. Appena torno in citta´, vado al Carlsberg Gliptotek: un altro museo, aperto dal creatore dell´omonima birra, che la domenica e´ gratis. Qui invece ci sono opere impressioniste meravigliose. Una sala intera dedicata a Gauguin, alcuni Picasso, Monet, Degas, Tolouse Lautrec. Un solo Van Gogh, ma bello da sindrome di Stendhal. Sopra il terzo piano c´e´ una bella terrazza panoramica con vista sulla citta´, dove ci si puo´ riposare un po´. Esco da li´ che sono le quattro, ho davanti a me ancora sette ore di luce, e decido di andare a vedere questa famosa Cristiania. La cittadina degli hippies. Amsterdam in confronto e´ un convento di monache benedettine. Non credevo potesse esistere nel 2007 un posto cosi´ tanto anarchico. In certi punti non c´e´nemmeno l´asfalto nelle stradine, solo la terra battuta. L´unica cosa che non si puo´ fare li´ e´ scattare foto. Forse per via del mercato a cielo aperto di droghe leggere. Comunque non e´ un posto pericoloso, ci sono un sacco di turisti che ci vanno con l´atteggiamento di chi si reca allo zoo, anche famiglie con bambini in carrozzina. I residenti ci sono abituati, e vivono nel loro modo in pace col mondo. Quando si esce dalla zona un cartello ti avvisa: now you are going to EU. Uscita da li´ inizio ad essere stanca, mi parcheggio su un autobus che mi riporta in centro, dove trovo un fantastico internet point molto piu´economico di quello in ostello. Un´ora cinque euro. Butta via.


martedì, 03 luglio 2007
Un mini panino e mezzo litro d´acqua, dieci euro. Queste cose mi rovinano la poesia del luogo. Quando torno a casa voglio mangiarmi una bistecca di mezzo chilo. Comunque, saro´ breve: in questi due giorni, ho visto un sacco di cose. Il Tivoli, che e´ un parco giochi tipo gardaland situato proprio in centro. Il castello di Amalienborg e quello di Rosenborg con la relativa stanza del tesoro e una corona tempestata di migliaia di pietre preziose. Il municipio e la sua enorme sala all´ingresso. Il negozio di dischi Tunar 12 (grazie Fio per la segnalazione), si trova proprio in mezzo al quartiere latino. Sono salita sulla torre circolare percorrendo tutti i duecento metri di salita ripida per arrivarci, e ho visto la citta´ dall´alto. Ho camminato per un sacco di km per ritrovarmi davanti alla famosa sirenetta di Copenhagen., che non e´altro che una statuetta alta un metro, tutta consumata e poggiata su un sasso. La guida dice che nel corso degli anni e´ stata oggetto di numerosi vandalismi, e ti credo: dopo tanta strada, viene quasi rabbia a trovarsi davanti sta cosa. Manco fosse la statua della liberta´. Fortunatamente al ritorno ho trovato un autobus, e chi se ne importa se costa 3 euro, fuori piove pure. Quando sono tornata in ostello, le compagne di stanza non c´erano piu´, c´era solo una ragazzetta australiana disperata perche´ durante il volo le avevano smarrito il bagaglio. Fortunatamente parlava con accento comprensibile e ci siamo fatte quattro chiacchiere. Nella pausa degli esami, e´ venuta a vedersi Londra e Copenhagen. Giusto due passi. Oggi ho seguito il consiglio di Iri e sono andata a vedere Roskilde. La cittadina e´ meravigliosa, ma fin dal mio arrivo in stazione ho assistito a scene apocalittiche. Domani infatti inizia il famoso festival musicale. I danesi sono piu´ furbi dei belgi, perche´ tutti i negozi di scarpe vendevano gli stivali da pescatore colorati, quelli che al pukkelpop non si trovavano. Nonostante quelli in giro c´era una marea di gente infangata fino alle ginocchia. Gli alimentari vendevano le casse di birra unitamente ai carrelli con le ruote per trasportarli. Questo si che e´ business. Insomma, meta´ citta´ sembrava Rimini a ferragosto dopo un´inondazione, e l´altra meta´ era immersa nella solita quiete danese. La cattedrale e´ enorme e non ha niente da invidiare a quella di Westminster a Londra. Anche qui sono sepolti ben 38 re danesi, nelle loro tombe ornamentali. Proseguendo la camminata sono arrivata al museo delle navi vichinghe. Sborsando una ulteriore cifra si poteva pure fare il giro su una barca remando come loro, ma ero troppo stanca. Poi ho preso un bus per andare al luogo del festival. Ho guardato quell´enorme distesa infinita di tende colorate sparse nel fango, e sono stata contenta di ritornare in ostello a riposare. Domani si parte per Oslo. 


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